RAFIKI ODV è l’acronimo di “RETE DEGLI AMICI DI FAUSTIN PER L’ISTRUZIONE NEL KIVU (R.D.C). Significa amico/amica/amici o amiche nella lingua kiswahili; una delle lingue più diffuse in Africa. È stata costituita il 25/09/2021 da prof. Gahima Faustin insieme a un gruppo di suoi amici e conoscenze che, scoprendo la sua storia e la rete di solidarietà che il suo operato porta alle persone vulnerabili da anni, hanno deciso di unirsi a lui per rinforzare e allargare l’impegno di solidarietà che svolge discretamente da quasi 30 anni in favore di questa fascia della popolazione vulnerabili impoverite da 32 anni di dittatura di Mobutu, aggravata da 25 anni di guerra di aggressione da parte di paesi vicini al Congo e di ribellioni inter-congolesi (spesso strumentalizzate dagli aggressori) che, golosi delle grandi ricchezze minerarie e alleanti alle grandi società multinazionali, hanno stroncato la vita di circa 10 milioni di congolesi, stuprato circa oltre 500.000 donne e bambine senza difesa lasciando la maggior parte della popolazione nella miseria o nella grande povertà dalle quali fanno fatica ad uscire. La guerra scoppiata nel 1996 non è ancora finita. Le popolazioni del ‘Est del Congo e del Nord Est del Congo dove sono concentrate tante risorse minerarie sono ancora in preda ai massacri quotidiani. È in questa zona, a 12 km della città di Goma che in febbraio scorso sono stati uccisi l’ambasciatore Attanasio Luca, il carabiniere Vittorio Lacovacci e autista congolese Mustafa.
Dal racconto di Faustin
“la stragrande parte della popolazione di questa zona dove sono nato soffre tanto e da anni. La gente vive in una precarietà di vita non meritata ed è rivoltante anche perché la zona è ricchissima e fertile. Ed è proprio queste ricchezze che costituisce il guaio della popolazione perché attira tanti predatori vicini e lontani (società multinazionali). Alcuni di loro hanno pensato perfino a sterminare la popolazione autoctona per insediarsi e fare propria questa parte del paese.
Il mio impegno sociale di solidarietà comincia nel 1992. Dopo i miei studi in Svizzera e in Francia decisi di tornare in Congo per essere accanto alle persone vulnerabili. Intendevo mettere la sua formazione e sua mia fede al servizio dei più poveri ed emarginati. Ne parlai con il Vescovo e con una comunità dei missionari saveriani italiani, originari di Parma presenti a Goma. Questi mi aiutarono nei primi passi di quest’avventura. Ho cominciato con i bambini, i ragazzi e i giovani “di strada”.
Non avevo né soldi né struttura per cominciare. Ero soltanto convito d’una cosa: che Gesù Cristo non sarebbe stato indifferente a quest’impegno e che, lui, attraverso le persone di buona volontà avrebbe provveduto in qualche modo ai bisogni dei suoi poveri. Oggi, quasi 30 anni dopo posso lodare la sua fedeltà.
Per 2 anni da 1992-1994 ho vissuto con i bambini e i ragazzi di strada condividendo le loro condizioni di vita, poi ho convito un piccolo gruppo di amici che talvolta venivano a darmi la mano della necessità di creare un’associazione per accompagnare meglio questi numerosi bambini, ragazzi e giovani detti di “strada”. Così nacque l’associazione CAJED (Concert d’actions pour enfants et Jeunes défavorrisés – concerto d’azione per i bambini e i giovani svantaggiati).
Due anni dopo la sua creazione scoppiò la guerra che fino ad oggi non è ancora del tutto finita. Il mio impegno sociale e la mia battaglia per la giustizia e la verità e i diritti umani mi avevano reso scomodo per chi voleva commettere ingiustizie e massacrare la popolazione. Preso di mira per essere ucciso, provvidenzialmente scampato alla morte 3 volte a nell’arco di 18 mesi, per la mia sicurezza, nel 1997, dovetti lasciare fisicamente il Congo, la mia famiglia, 600 bambini, ragazzi e giovani che accompagnavo. Dopo quasi due anni di ricerca di un luogo di accoglienza sicuro, approdai in Italia dove ho cominciato a ricostruire da capo la vita della mia famiglia e simultaneamente ho ricominciato a costruire ponti di solidarietà per continuare, pur a distanza, questo impegno nei confronti delle persone vulnerabili della regione del Kivu.
Le vedove degli amici e conoscenti uccisi, informate sulla mia sopravvivenza e dell’essere al sicuro in Italia, mi hanno scritto e/o chiamato in continuazione chiedendomi di aiutarli o di farli aiutare dalle persone di buona volontà soprattutto per far studiare i loro figli. Condividendo la mia esperienza con i bambini di strada e queste grida alcune famiglie di Selvazzano, di Padova, di Treviso e di Spoletto hanno accolto favorevolmente queste grida delle vedove e hanno cominciato a sostenere a distanza la scolarizzazione di bambini poveri o orfani. Essendo difficile chiedere un aiuto per una singola persona, ho chiesto alle vedove e le altre persone vulnerabili di raggrupparsi, di costituire una loro associazione per confortarsi a vicenda e organizzare alcune attività di sopravvivenza per loro a fine di crescere bene i loro figli nonostante la mancanza dei padri.
Nonostante le difficoltà e i pochi mesi economici a disposizione, queste due associazioni giù in Congo hanno resistito alla crisi, alle ondate di guerre e alle catastrofi naturali come le eruzioni vulcaniche. Continuano ad a soccorrere le persone vulnerabili e accompagnarle sul lento cammino dell’emancipazione personale e collettiva mediante l’educazione, l’istruzione e la formazione e qualche progetto di sopravvivenza che fanno rifiorire la speranza di una vita che si spera normale. Dietro a me ci sono tanti bambini, tanti poveri tante vedove che chiedono che chiedono la solidarietà per sperare. Il Covid-19 a aggravato una situazione già grave. Non passa una giornata senza ricevere un messaggio, una chiamata di richiesta di aiuto da uno studente che non ha più i soldi per studiare perché la casa e il campo della sua famiglia sono stati cancellati dalla lava. Una mamma che non può più curarsi o curare i suoi figli…
Giù in Congo, a Goma, le vedove, gli orfani, le ragazze madri, i poveri e ultimamente gli studenti hanno due luoghi principali di rifermento con cui collaboriamo per trasferire i nostri gesti di solidarietà:
L’associazione Cajed ha un terreno di 5 ettari da me comperato nel 1993. In più di edifici amministrativi
- gestisce un Istituto scolastico che accoglie ogni anno circa 720 allievi, alunni e studenti dalla scuola elementare, scuola media e scuola superiore in una zona popolare di periferia dove sono concentrati tanti poveri.
- Accompagna i ragazzi e giovani ex soldato per la loro rieducazione e recupero sociale nella città di Goma e in altri luoghi della provincia: Masisi, mweso, nyakariba, Mokoto…, fancendogli imparare qualche mestiere o riinserendogli nelle scuole.
Apv o Appui Aux personnes vulnérables – sostegno alle persone vulnerabili– organizza le sue attività su un terreno di 40 m su 90 comperato grazie alla l’aiuto erogato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
- Gestisce un grande centro di promozione socio-economico costruito sempre con l’aiuto della CEI.
- Garantisce una formazione permanente per le vedove, le ragazze madri è anche.
- Esso è anche un Carrefour per i bambini e i ragazzi adottati a distanze per la scolarizzazione e per i giovani studenti hanno la fortuna di usufruire della borsa di Studio che alcune famiglie italiane mandano per favorire l’istruzione.
- Un luogo di concepimento di progetti di promozione sociale vocata ad estendersi nella provincia per raggiungere più persone vulnerabili soprattutto nel campo della formazione e dell’istruzione.
Inoltre abbiamo una ottima collaborazione con il Vescovo di Goma.
Contributo di Rafiki nel 2021.
Anche prima di costruirsi in un’associazione, il gruppo Rafiki ha raccolto 21.000,00 euro quest’anno inviati giù per sopperire ad alcuni bisogni urgenti e l’istruzione Emergenza Covid, Emergenza eruzione vulcanica, vitto e alloggio ai bambini e ragazzi che hanno perso le tracce dei loro genitori durante l’eruzione vulcanica, aiuto ad una vedova con 4 figli…